Luca e Paolo: a LOL siamo uno contro l’altro (e stasera c’è l’ultima puntata)

Luca e Paolo: a LOL siamo uno contro l’altro (e stasera c’è l’ultima puntata)

Luca e Paolo: a LOL siamo uno contro l’altro (e stasera c’è l’ultima puntata)

Visto che da stasera sono in onda le ultime due puntate di LOL: chi ride è fuori, terza edizione, e quindi se volete potete vedervelo tutto di un fiato (o scoprire chi è il vincitore) vi ripropongo qui questa intervista doppia a Luca e Paolo che è uscita sul magazine Grazia (un po’ più breve) due settimane fa.

L’intervista è punteggiata di battute alle quali è impossibile resistere, la risata scappa. Succede, con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, un duo comico che per vent’anni ci ha fatto divertire in tv praticamente a reti unificate, dal festival di Sanremo a Striscia la Notizia, da Quelli che… alle copertine di satira politica del talk Di martedì

Stavolta sono su Prime Video nello show più pop del momento, LOL: chi ride è fuori, quello in cui un gruppo di comici deve far ridere gli altri senza neanche accennare a un sorriso (e in contemporanea li trovate anche su Raiuno insieme a Loretta Goggi in Benedetta Primavera!). Pr LOL è la terza edizione, conduce Fedez insieme a Frank Matano con le incursioni di Maccio Capatonda, vincitore della precedente, nei panni (ancora più demenziali) di RiPosaman, la caricatura del super eroe di Lillo lanciato proprio dal programma.  Tra i partecipanti ci sono Nino Frassica, Fabio Balsamo, Herbert Ballerina, Brenda Lodigiani, Cristiano Caccamo, Polao Cevoli, Marta Filippi, Marina Massironi, ed è subito uno spunto per l’ironia di Bizzarri: «Mi ha sorpreso abbiano chiamato anche noi, che non siamo neanche simpatici, specialmente io».

Avete partecipato da concorrenti singoli, uno contro l’altro. Come ve la siete cavata?

Luca: «Alcune cose le abbiamo fatte insieme, altre di nascosto uno dall’altro, ed è stato divertente, anche perché io e Paolo siamo una coppia comica un po’ atipica, non abbiamo ruoli molto distinti e siamo abituati a lavorare anche da soli».

Chi fa più ridere tra voi due?

Paolo: «Ridere è soggettivo, a volte si azzecca, a volte no.  Io e Luca in genere lavoriamo sull’attualità e sulla satira, mentre in un programma come LOL devi far ridere con la buccia di banana, con la scorreggia. Più scemo sei e più porti a casa il risultato, e in quello siamo entrambi bravini».

Punti deboli di entrambi?

Luca: «Paolo quando fa le cose da ridere spesso non resiste neanche lui».

Paolo: «Ho un certo personaggio totalmente scorretto che scherza su argomenti sui quali oggi non si può più ridere, bastava lo accennassi per mandare Luca in crisi».

E tra gli altri chi vi ha dato più filo da torcere?

Paolo: «Nino Frassica, irresistibile».

Oggi viviamo nell’era del politically correct, qual è lo stato di salute della comicità italiana?

Luca.: «Non è messa benissimo, in tv i programmi di satira sono pochi, ci siamo noi e c’è Maurizio Crozza che è un po’ il maestro di tutti.  Forse perché oggi la politica non ama essere presa in giro, e sia la Destra che la Sinistra vivono la satira come un attacco, mentre invece è sempre stata necessaria per governare, e la storia ce lo insegna. Aristofane era cento volte più scorretto di noi, eppure nessuno si sognava di censurarlo. I comici non hanno mai danneggiato i politici, come può testimoniare il più bersagliato di tutti, Silvio Berlusconi, che è ancora lì e gode di un buon successo elettorale».

Con voi chi si è arrabbiato di più?

Luca.: «Con Maurizio Gasparri e Claudio Borghi c’è stata qualche scaramuccia pubblica. Il punto è che il politico che si offende vuole replicare, e non si ferma neanche quando dico: guardi che se il senatore risponde al pagliaccio, non è il pagliaccio che diventa senatore, piuttosto accade il contrario».

Paolo: «Se giochi trasversalmente con tutti i fronti però ti lasciano abbastanza tranquillo, anche perché alcune esternazioni spesso sono indifendibili. A me in realtà oggi preoccupa di più quella censura che vuole cancellare le parole, come è successo per esempio coi libri di Ronald Dahl. La trovo molto pericolosa, rischia di andare a toccare la libertà di espressione».

Far ridere in Italia è una professione più al maschile che femminile?

Paolo: «Non mi pare, vedo in giro tante brave comiche donne. Brenda Lodigiani per esempio, con la quale abbiamo lavorato a lungo». 

Luca: «Anche le nostre partner storiche, pur non essendo propriamente comiche, sono sempre state molto efficaci. Ilary Blasi mi faceva morire quando cominciava col romanesco, Alessia Marcuzzi, divertentissima, praticamente un maschio da torneo di braccio di ferro. Mia Ceran, che purtroppo per lei si è trovata a gestire due deficienti, ed era una che parla cinque lingue».

Qual è il segreto di una coppia come la vostra, che continua ad avere successo negli anni?

Luca: «Lo dico sempre: frequentarsi il meno possibile».

Paolo: «Quando capisci che la coppia vale più dei due individui, anche solo per il semplice fatto che guadagni meglio, ti ci dedichi e diventi efficace. La cosa di non frequentarsi è provocatoria, ma certamente conta non fare un problema delle nostre diversità».

In questo momento però lavorate a progetti individuali.

Luca: «Mi sono appassionato ai podcast, Non hanno un amico ha un seguito di 50 mila ascoltatori, sempre che Spotify dica il vero».

Paolo: «Ho un progetto di beneficienza al quale tengo molto, dedicato a dare sostegno agli adolescenti che vivono reclusi in casa, a rischio suicidio. Un problema di cui si parla pochissimo».

Ecco, la vostra immagine pubblica è un po’ quella di Luca più irriverente e Paolo serio e posato. Vi corrisponde?

Luca: «Ovviamente no, ma a chi importa? Walter Siti scriveva che la gente pensa a te molto meno di quanto tu non immagini, ed è vero soprattutto per noi che lavoriamo nel mondo dello spettacolo. Crediamo che tutti siano concentrati su di noi, invece a me continuano a chiamarmi Paolo dopo tanti anni. Siamo solo due tizi che ogni tanto fanno ridere. E grazie a Dio la gente ha cose più importanti di cui occuparsi».

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