Circeo, su Paramount+ racconta la terribile storia di Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, una vicenda che non andrebbe mai dimenticata
Rosaria Lopez e Donatella Colasanti avevano appena 19 e 17 anni quando si fecero convincere da due ragazzi poco più grandi ad andare con loro a una festa in una villa al Circeo, rinomata località balneare frequentata dalla Roma bene. Una volta lì, i due furono raggiunti da un terzo amico e le picchiarono e le stuprarono minacciandole con una pistola. Rosaria morì, Donatella riuscì a salvarsi fingendosi morta. Abbandonata insieme al corpo dell’amica nel bagagliaio di un’auto parcheggiata, riuscì ad attrarre l’attenzione di un passante e fu liberata.
Circeo, sulla nuova piattaforma Paramount+ è la serie che racconta la storia del processo che ne seguì e che all’aepoca ebbe uno straordinario impatto mediatico. Mercoledì arriva l’ultima delle 6 puntate, e potrete guardarvela tutta di un fiato.
Che cosa vedremo: È il 1975, e dopo i terribili fatti del Circeo, Donatella Colasanti (Ambrosia Caldarelli) affronta il difficile processo contro i tre assassini, uno dei quali latitante, con l’aiuto una avvocatessa (un personaggio di fantasia interpretato da Greta Scarano). A sostenerla ci sono le femministe guidate da Tina Lagostena Bassi (Pia Lanciotti), determinate a cambiare la legge che in Italia considera lo stupro un crimine contro la morale e non la persona.
Perché vederla: Il massacro del Circeo era stato raccontato appena un anno fa dal film La scuola cattolica, nel quale il regista Stefano Mordini cercava di spiegare perché tre studenti della Roma bene erano arrivati a un gesto tanto efferato. La serie invece ci propone un punto di vista totalmente femminile, soffermandosi sulle due protagoniste, vittima e avvocatessa, ed evitando volutamente di mostrare scene troppo cruente. L’ambientazione anni Settanta è bella e la narrazione si concede anche momenti di leggerezza senza mai scivolare in toni troppi cupi. Il finale ovviamente è noto, ma una vicenda così non andrebbe mai dimenticata.
A onor di cronaca (e senza paura di spoilerare) va ricordato che i tre colpevoli furono condannati in primo grado all’ergastolo. Andrea Ghira non fui mai catturato, si arruolò nella Legione straniera spagnola e morì di overdose vent’anni dopo. Angelo Izzo andò in carcere: uscito in regime di semilibertà, nel 2005 uccise la moglie e la figlia del suo compagno di cella, un boss della Sacra Corona Unita che gliele aveva affidate. Gianni Guido scontò la pena e fu liberato nel 2009.
Lo stupro divenne reato contro la persona nel 1996.
Donatella Colasanti purtroppo è morta di tumore al seno a soli 47 anni.