Torna 4 Ristoranti di Alessandro Borghese, il più divertente tra i cooking show (che non ci stanca mai)

Torna 4 Ristoranti di Alessandro Borghese, il più divertente tra i cooking show (che non ci stanca mai)

Torna 4 Ristoranti di Alessandro Borghese, il più divertente tra i cooking show (che non ci stanca mai)

 

Il 27 novembre arriva su Sky la nuova tornata di episodi inediti di 4 Ristoranti, il cooking show itinerante (ormai diventato un cult) di Alessandro Borghese nel quale si sfidano quattro ristoratori a puntata, e dove stavolta lo vedremo viaggiare tra Napoli, Bologna, Ortigia (Siracusa), le Cinque Terre, Livorno. Intanto in chiaro su TV8 è appena ripartita l’ultima stagione in cui scorrazza da Torino ad Alghero.

A me lo show è sempre piaciuto tantissimo, e nonostante sia in onda dal 2015, non mi stanca. Il suo segreto? Lo humor irresistibile dello chef Borghese: per averne un’idea basti pensare che la sua società, con la quale fa ristorazione, catering, consulenze e ovviamente i programmi tv, si chiama AB Normal, in riferimento a una celebre battuta del film Frankenstein Junior.

Figlio dell’attrice Barbara Bouchet e dell’imprenditore napoletano Luigi Borghese, sposato con l’ex showgirl Wilma Oliverio, che oggi amministra la società di cui sopra, Ale – gli piace essere chiamato così – di persona è il tipo che ti infila una gag dietro l’altra, gioca, ride, scherza, è incontenibile.

Insomma: fa lo chef ma è anche un vero intrattenitore.

E sentite che cosa mi ha raccontato.

 

4 Ristoranti, è diventato un cult. Ti diverti anche tu? «Moltissimo, ma è un programma complesso. Servono almeno 5 o 6 giorni per girare una puntata e più di un mese per montarla, e siamo sempre in movimento, magari facciamo 100 chilometri solo per salire in cima a una montagna e dire: eccoci, siamo in Trentino. Ed è complicato avere a che fare con i ristoratori, anche se dopo la messa in onda hanno tutti il locale pieno per mesi. Siamo diventati di moda: la gente guarda il programma e poi fa il tour dei quattro ristoranti. Ho perfino il bollino adesivo, come Trip Advisor».

Aneddoti da raccontare?

«A migliaia (sghignazza). Tante cose non possiamo mandarle in onda: non hai idea delle zuffe che si consumano dentro al furgone quando portiamo i concorrenti alla premiazione del vincitore. E in quanti si arrabbiano. Una volta ho fatto l’ispezione di una super cucina, tutto perfetto, poi apro il forno del personale e trovo un vassoio pieno di muffa. Ho dovuto spegnere le telecamere perché il proprietario ha radunato tutti e non la finiva più di urlare».

Imbarazzante.

«Poi ci sono quelli che si fanno prendere dall’emozione. In Sicilia, in un bellissimo ristorante di pesce, lo chef era talmente nel pallone che mi ha preparato una sogliola alla brace senza prima pulirla. Quando se ne è accorto è scappato, e abbiamo dovuto fermare il programma per corrergli dietro». 

Con un lavoro così, riesci a trovare del tempo per la famiglia? «Scherzi? Sono schiavo delle mie donne, soprattutto delle figlie. Arizona ha 10 anni, Alexandra 5. Le porto a scuola tutte le mattine, anche se la sera ho lavorato fino a tardi. E se mi chiedono di cucinare qualcosa, eseguo».

In casa cucini sempre tu?

«Quando è possibile, ma spesso ci pensa mia suocera».

Ed è brava?

«Scrivi di sì (ride). Potrei rischiare la vita».

Dici sempre che tua moglie Wilma è un’ottima forchetta. Anche tua madre Barbara Bouchet?

«Macché, mamma mangiucchia, si nutre, praticamente sopravvive». 

Questo novembre compi 45 anni, come li senti?

«Non ho avuto il tempo di pensarci. Il lavoro da chef mi tiene giovane, faccio le stesse cose di quando ne avevo 20. Certo, accuso di più la fatica fisica, però vado avanti e gli impegni invece di diminuire, aumentano. Un tempo pensavo: devo cavalcare l’onda del successo, prima o poi finisce tutto. Oggi ho capito che non finirà mai: se anche per me si spegnessero i riflettori, ho in mano il mestiere più bello del mondo. Continuerò a dar da mangiare alla gente».

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