Elena Ferrante debutta su Netflix con La vita bugiarda degli adulti
Arriva su Netflix mercoledì 4 gennaio, La vita bugiarda degli adulti la nuova serie tv tratta dall’ultimo romanzo di Elena Ferrante, scrittrice italiana super popolare e fenomeno mondiale per la tetralogia L’amica geniale, della quale però non si conosce la vera identità (la più accreditata vuole sia la traduttrice napoletana Anita Raja, moglie dello scrittore Domenico Starnone). La serie racconta una storia di formazione ambientata a Napoli e molto ben fatta, che tuttavia non mi ha convinto fino in fondo.
Che cosa racconta: Napoli, anni Novanta: Giovanna (Giordana Marengo) è un’adolescente che appartiene a una famiglia bene, colta e benestante. Un giorno sente per caso suo padre (Alessandro Preziosi) definirla “brutta” come la zia Vittoria e la cosa diventa per lei una sorta di ossessione. Non ha mai conosciuto questa zia, sorella del padre, della quale è stato cancellato persino il volto dalle foto di famiglia. Chiede allora di poterla incontrare e ne resta in qualche modo affascinata: la zia (Valeria Golino) è una donna selvaggia, povera, ignorante, che vive nel ricordo del suo grande amore, un uomo sposato e padre di tre figli morto molti anni prima. Mentre la sua relazione con la zia diventa sempre più intensa Giovanna affronta la separazione dei suoi genitori (la madre è interpretata da Pina Turco) causata dalla relazione del padre con la madre delle sue due migliori amiche, è costretta a confrontarsi con le contraddizioni del mondo degli adulti e attraversa un periodo di ribellione che la conduce anche alle prime esperienze sessuali.
Insomma: lascia la condizione dell’infanzia per avviarsi verso la vita vera. «Quann si’ piccirill, ogni cosa te pare grossa. Quando si gross, ogni cosa t’ pare niente».
Perché guardarla: Diciamolo pure: La vita bugiarda degli adulti non è L’amica geniale, ma una storia molto più intima e minimalista, dove in fin dei conti non accade un gran ché. L’ambientazione negli anni Novanta, la regia di Edoardo De Angelis e la produzione curata da Fandango l’hanno resa parecchio diversa dalla riduzione seriale degli altri romanzi, ben riassunta in una recensione del New Yorker, che aveva definito la prima stagione de L’amica geniale (andata in onda su Raiuno nel 2018) «uno spot di Prada sul malessere della classe operaia». La vita bugiarda degli adulti è un prodotto più contemporaneo e molto meno patinato, con un ottimo cast e una bella regia. Tuttavia soffre dei limiti della narrazione che anche nel romanzo rimane in qualche modo incompiuta, e a tratti è forse un po’ lenta e (spiace dirlo) un tantino noiosa.