Mozart in the jungle, un cult da recuperare su Prime Video

Mozart in the jungle, un cult da recuperare su Prime Video

Mozart in the jungle, un cult da recuperare su Prime Video

 

Visto che di recente abbiamo parlato dell’attore messicano Gael Garcia Bernal, protagonista di Cassandro, voglio suggerirvi di recuperare su Prime Video un piccolo capolavoro di qualche anno fa, praticamente un cult, che lo vede protagonista: la serie Mozart in the jungle. Uscita nel 2014 per 4 stagioni, e ambientato nel mondo delle grandi istituzioni musicali americane, è un viaggio straordinario e dotato di una impagabile ironia, nell’universo apparentemente rarefatto della musica classica e dei professionisti che le ruotano intorno.

 

Che cosa racconta:

Mozart in the jungle è una serie corale che mette in gioco alcuni straordinari protagonisti attorniati da una serie di efficacissimi comprimari, e ha come sfondo l’Orchestra Filarmonica di New York.

Comincia presentandoci Hailey (Lola Kirke) una giovane oboista che si è trasferita in città per cercarsi una carriera, che una sera incontra l’affascinantissima Cynthia (Saffron Burrows), secondo violoncello della Filarmonica, e finisce a fare un’audizione che le cambierà la vita. L’orchestra Filarmonica di New York è appena passata sotto la direzione del prodigio messicano Rodrigo De Souza (Bernal), giovane e ribelle, chiamato a rimpiazzare il direttore che l’ha condotta per vent’anni (Malcom McDowell), tuttavia poco propenso a pensionarsi, di cui Cynthia è segretamente l’amante, e tutto ciò causerà non pochi problemi alla presidente Gloria Windsor (Bernadette Peters).

Di qui si sviluppano tutta una serie di vicende irresistibili, tra serate per raccogliere fondi, prove, tour e consigli d’amministrazione, che raccontano l’orchestra e l’istituzione con spassosi excursus anche nelle vite private dei protagonisti. Mentre ogni tanto qualche grande compositore del passato, Mozart tra tutti, si materializza per confrontarsi con Rodrigo.

Il direttore d’orchestra impersonato da Bernal sembra sia stato ispirato al venezuelano Gustavo Dudamel, mentre alcune vere star della classica fanno la loro comparsa in divertenti cammei, come in un episodio della seconda stagione che vede i pianisti Lang Lang e Emanuel Ax e il violinista Joshua Bell riuniti a bisbocciare in una sala giochi. In più, la terza stagione apre con una tornata di puntate girate a Venezia, dove Bernal è affiancato da Monica Bellucci e Christian De Sica nei ruoli di una capricciosa cantante d’opera e del suo impresario.

 

Perché guardarla:

Se da una parte la serie racconta in modo realistico il mondo delle istituzioni musicali, dall’altra ci aggiunge un potente tocco di ironia che la fa diventare irresistibile. Tutti i personaggi sono disegnati enfatizzando la loro tipologia e il contrasto tra le generazioni: il giovane direttore carismatico che vuole svecchiare il mondo della classica e l’anziano che non si rassegna a farsi da parte, l’ultima arrivata che cerca di ritagliarsi uno spazio e la veterana che combatte per difendere il proprio ruolo, la violoncellista sexy, il percussionista anni Settanta che all’occorrenza si trasforma in spacciatore, l’amministratrice sempre impegnata a mantenere una facciata nelle pubbliche relazioni. Il tutto è accompagnato da grandi dialoghi e da una sceneggiatura dotata di un bel ritmo e di ottima invenzione, oltre che da una splendida selezione di classici sinfonici (e non solo) che tutti quanti dovremmo (ri)conoscere.

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