Al cinema esce il docufilm Raffa, qui invece vi ripropongo la mia ultima intervista alla mitica Carrà

Al cinema esce il docufilm Raffa, qui invece vi ripropongo la mia ultima intervista alla mitica Carrà

Al cinema esce il docufilm Raffa, qui invece vi ripropongo la mia ultima intervista alla mitica Carrà

Se ne è andata due anni fa, il 5 luglio del 2021, Raffaella Carrà, capitana insuperata di tutte le showgirls italiane, ballerina, cantante, intrattenitrice, conduttrice, attrice, un’icona quasi suo malgrado. Il 6 luglio esce al cinema (con Nexo Digital) Raffa il docufilm che racconta e celebra la sua carriera pubblica e privata con l’autorevole firma di Daniele Luchetti (nelle sale fino al 12, poi arriverà su Disney+).

Io intanto vi ripropongo qui la mia intervista, una delle ultime che la Carrà rilasciò (e non era per niente facile incontrarla per una singola) in occasione dell’uscita del suo ultimo album, Ogni volta che è Natale, nel dicembre del 2018. Quel giorno lo aveva presentato a Milano ed era esausta, eppure riuscì a trovare uno spazio per me. Grazie anche allo zampino della mia amica Laura Fattore, che curava i suoi rapporti con la stampa ed è stata vicina a Raffaella diventandone amica e consigliera per moltissimi anni. 

 

«Il segreto del successo? Probabilmente l’ironia. Non bisogna mai tirarsela».

Raffaella Carrà scuote l’iconico caschetto biondo che il parrucchiere Vergottini creò per il suo debutto a Canzonissima nel 1970. Lei di ironia ce ne ha messa tanta, mentre cantava, ballava e conduceva show televisivi, per oltre 50 anni, sempre diversa, sempre fedele a sé stessa. Rivoluzionaria negli anni Settanta col primo ombelico scoperto della tv, rassicurante nel people show Carramba! Che sorpresa, che faceva piangere mezza Italia, irresistibile con la hit da Oscar in coppia con Bob Sinclar, Far l’amore.  

Oggi, scavallata la settantina, torna a far parlare di sé con un nuovo album, Ogni volta che è Natale (Sony) nel quale reinterpreta i classici delle feste e ripropone alcuni dei suoi brani cult. «Ho scelto delle canzoni natalizie facendomele riarrangiare “su misura” dal bravo Valeriano Chiaravalle. White Christmas è uno swing alla Frank Sinatra, Happy Xmas di John Lennon è diventata un valzer, La Marimorena, un pezzo popolare spagnolo, vi farà ballare. E in più c’è un inedito che mi piace molto, Chi l’ha detto, scritto da un giovane talento, Daniele Magro.»

Si è divertita a cantare?

«Confesso di sì, anche se all’inizio ero un po’ dubbiosa. Alla mia età mi permetto di fare solo quello che davvero mi piace. Unico cruccio: Feliz Navidad la volevo in una versione raggaeton, l’ho persino registrata con una intro stupenda di un rapper americano. Ma mi hanno detto: no».

Nel secondo Cd invece ci sono tutte le sue canzoni più iconiche, Tuca Tucaper esempio. Quel mitico balletto con Enzo Paolo Turchi glielo ha copiato perfino Madonna.

«Ma all’epoca, nel 1971, fu un grandissimo scandalo. La Rai ricevette un sacco di telefonate di protesta e lo cancellò dalla scaletta di Canzonissima, io ero sicura che mi avrebbero cacciata. E invece mi salvò Alberto Sordi, che venne ospite e volle ballarlo con me a tutti i costi».

Proviamo a ricostruire la sua carriera attraverso quelle canzoni. Rumore, in testa alle classifiche per mesi nel 1974.

«E’ tra le mie preferite, un pezzo “disco” con una grande energia che conserva la sua magia inalterata nel tempo».

Fiesta, 1977, una delle più popolari.  

«Ero impazzita per la Spagna, volevo dedicarle un omaggio. Quanto mi sono divertita a ballarla, non riuscivo a stare ferma davanti al microfono».

Ballo ballo, nel 1982 era la sigla di Fantastico 3, in cui tornava in Tv al fianco di Corrado.

«Non volevo farlo quello show, pensavo che il pubblico si fosse un po’ stancato di me, e anche Corrado non era del tutto convinto. Io posi una condizione: lo faccio soltanto se c’è anche lui.  E allora intervenne sua madre che gli impose: con la Carrà ci devi assolutamente tornare».

Col remix di Far l’amore ha fatto persino vincere un Oscar a Paolo Sorrentino.

(Ride ndr) «Non esageriamo! Però mi piace pensare che un pizzico di quel premio mi appartenga».

Ha detto che non si piace quando si riascolta cantare.

«In parte è vero, e non amo neanche riguardarmi in tv, trovo sempre mille difetti. Però mi butto, e questo disco, per la prima volta da quando non c’è più Gianni Boncompagni a firmare i miei pezzi, l’ho sentito veramente mio».

Ecco parliamo di relazioni. Lei ha avuto due legami molto lunghi, uno con Boncompagni, appunto, l’altro con Sergio Japino.

«Due storie d’amore belle e autentiche. Gianni lo conobbi a 26 anni durante un provino, era più grande di me, mi dava molta sicurezza. Tra noi c’è stato uno scambio irripetibile e resterà per sempre nel mio cuore. Sergio lo incontrai per caso nel 1980, era venuto a sostituire il mio coreografo Gino Landi. Il nostro amore nacque inaspettatamente, quasi per magia».

Come mai poi non si è più innamorata?

(ride, ndr) «E chi lo dice? Anche se certi amori non possono più tornare, ci si può innamorare di mille altre cose.  E magari avere qualche storia più leggera che non finisce necessariamente in un matrimonio».

A proposito, ha detto di no a Frank Sinatra.

«Ero giovanissima, giravamo un film a Roma, Il colonnello Von Ryan (nella foto) e chissà perché avevano scelto me tra un sacco di attrici famose. Lui era un uomo elegantissimo con due occhi magnetici pazzeschi, ma aveva voglia di accasarsi, io invece per niente. Poi si sposò con Mia Farrow».

Oggi lei viene considerata un’icona.

«Sono una donna che ha avuto il coraggio di scegliere la libertà, e ho avuto anche tanta fortuna. In parte ne ho pagato il prezzo, lavorando molto sodo. Ora però la cosa che mi sta davvero a cuore è che il pubblico continui a volermi bene, anche se non mi vede più in tv, perché non ho mai tradito la sua fiducia».

Si dice che non ami parlare del suo passato.

«Ma non è vero: è vero invece che ho scelto la mia vita e non ho rimpianti, quindi mi piace guardare al futuro».

Il suo Natale come sarà?

«Alla Vigilia mangerò spaghetti col tonno, una tradizione romana che mi insegnò Marcello Mastroianni quando facevamo teatro insieme. Diceva che portano fortuna e io sono un po’ superstiziosa. I regali? Mi diverto di più a farli che a riceverli. Soltanto cose utili però, non posso sopportare i soprammobili».

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