
The Whale, al cinema il 23 febbraio è il film da vedere questa settimana
Siate preparati: The Whale è un film che vi farà piangere, esce al cinema il 23 febbraio ma è la migliore scelta per questa settimana.
Prima di vederlo vale la pena ricordare anche la storia personale dell’attore protagonista, Brendan Fraser, oggi cinquantaquattrenne, che per questo ruolo è candidato all’Oscar. Nel film interpreta un uomo gravemente obeso (con l’aiuto di protesi, trucco e di una sorta di “tuta” dal peso di 45 chili) ma neiprimi anni Duemila era noto come “figo” da blockbuster per la trilogia de La mummia. Dopo un lungo periodo in cui ha lavorato pochissimo, ha accusato l’ex presidente della Hollywood Foreign Press Association (la potente associazione della Stampa estera hollywoodiana che assegna i Golden Globe), Philip Berk, di averlo molestato sessualmente, spiegando che fu il motivo scatenante della sua scomparsa dalle scene. E lo scorso gennaio ha rifiutato di partecipare alla cerimonia dei Golden Globe 2023 in cui era in nomination proprio per The Whale.
Che cosa racconta:
Charlie (Fraser) è un professore di letteratura che vive nascosto in casa a causa di una grave obesità che gli ha dato un aspetto ripugnante, e si mantiene insegnando on line con la telecamera spenta. Soltanto un’amica infermiera (Hong Chau) viene a giornalmente a prendersi cura di lui. Sentendosi vicino alla fine l’uomo cerca di riavvicinarsi alla figlia adolescente, che ha abbandonato quando era bambina, e nel confronto con la ragazza, che lo detesta (lei è Sadie Sink, già protagonista di Stranger Things) e con un giovane missionario (Ty Simpkins) che per caso bussa alla sua porta, pian piano verrà fuori la sua storia. Una storia fatta di sbagli e dolore, ma anche di grande tenerezza.
Perché guardarlo:
Il film, firmato da Darren Aronofsky che lo ha adattato da una pièce teatrale di Samuel D. Hunter, affronta in modo potente e fortemente emozionale il tema dell’emarginazione e della solitudine, muovendosi con tenerezza e perfino con ottimismo tra i sentimenti dei personaggi. L’autore aveva raccontato a teatro un dramma in parte vissuto sulla propria pelle negli anni del college, durante i quali si era trovato emarginato a causa della propria obesità e a vergognarsi dell’essere omosessuale. Charlie è dunque un personaggio fortemente autentico, che commuove nel contrasto tra l’aspetto orribile e la sua dolcezza. La sua storia vuole comunicarci che l’unica possibilità della nostra vita è amare: non importa quanti errori possiamo aver commesso, perché l’amore salva, sempre, perfino dalla morte.
Aronofsky spiegava di aver cercato un attore che potesse interpretarlo per oltre dieci anni, e Fraser lo fa in modo assolutamente straordinario (consiglio di vedere il film in lingua originale), io mi auguro che l’Oscar sia suo.