Ginny & Georgia è la versione moderna di Una mamma per amica da guardare su Netflix
È decisamente una serie “teen” sulla falsariga della più celebre Una mamma per amica (Gilmore Girls) e la seconda stagione che ha appena debuttato su Netflix fino alla settimana scorsa era la più vista in Italia (ora è scesa al terzo posto).
Eppure Ginny & Georgia ha anche la capacità di attirare un pubblico più adulto per i temi che affronta, che esplorano in modo attuale il rapporto tra genitori e figli.
Che cosa racconta: Georgia (Brianne Howey) è una giovane mamma, bionda e molto sexy: ha avuto sua figlia Virginia a 15 anni, quando era una adolescente sbandata, da un ragazzo nero. Per cui Ginny (Antonia Gentry), che oggi ha proprio 15 anni, descrive sé stessa come «non abbastanza bianca per stare coi bianchi, né abbastanza nera per stare coi neri». Georgia ha anche un bambino di 9 anni (avuto da un altro uomo) ed è single: la serie comincia con la famiglia che si trasferisce in una ricca cittadina del Massachussets dopo la morte del marito di lei, patrigno di entrambi i ragazzi, per cominciare una nuova vita.
Man mano che va avanti ci racconterà nei flashback l’adolescenza disgraziata di Georgia e nel presente la sua determinazione ad inserirsi con ogni mezzo (lecito e illecito) nella nuova comunità per dare ai figli e a sé stessa un futuro migliore. Nello stesso tempo assisteremo ai problemi adolescenziali di Ginny, alle prese con le nuove amicizie, la scuola, i primi amori e il sesso.
Perché guardarla: La serie è una comedy pungente che racconta una relazione tra madre e figlia del tutto anticonvenzionale ma non priva di amore, giocando sul rovesciamento di ruoli tra madre “ribelle” e figlia “giudiziosa”, che infatti spesso si invertono. Alterna momenti di puro intrattenimento teen a quelli dedicati alla riflessione, e appena supera l’impianto comedy si rivela sorprendentemente profonda. Nello stesso tempo ritrae in modo satirico, ma anche abbastanza realistico, la borghesia “bene” della provincia americana.
Nonostante faccia il pieno di “diversity” (schierando personaggi di tutte le etnie e inclinazioni sessuali) è una serie spesso politicamente scorretta, tant’è che nel corso della prima stagione ci fu una polemica che ha coinvolto la popstar Tylor Swift per una battuta indirizzata da Ginny alla mamma («Tu passi da un uomo all’altro più velocemente di Taylor Swift») giudicata sessista dai fan e dalla stessa cantante, che ha replicato via social. Tuttavia la ritengo un buon prodotto, tant’è che alla fine non si può non voler bene alle due protagoniste.