The offer, su Paramount+ è la serie che racconta il making off de Il padrinoin occasione dei 50 anni dall’uscita
Prima che si concluda l’anno in cui abbiamo festeggiato i 50 dall’uscita de Il padrino (1972), bisogna assolutamente che recuperiate la serie The offer, che trovate su Paramount+, e che racconta la complessa storia della produzione del film, che impegnò il produttore Al Ruddy e il capo di Paramount Robert Evans per un tempo infinito.
The godfather (titolo originale), lo ricordiamo, fu diretto da Francis Ford Coppola su una sceneggiatura alla quale aveva lavorato con Mario Puzo, autore del libro omonimo, grande successo editoriale dell’epoca. Raccontava la storia di una famiglia mafiosa italo americana e vedeva nel cast Marlon Brando nel ruolo di Don Vito Corleone, Al Pacino in quello di suo figlio Michael, e ancora James Caan, Robert Duvall, una giovanissima Diane Keaton e la diciassettenne Simonetta Stefanelli (poi moglie di Michele Placido e madre di Violante e Brando), la prima moglie siciliana di Michael. Ne uscirono due sequel (Parte II nel 1974 e Parte III nel 1990, sempre diretti da Coppola): il mio consiglio è rivedere la Parte I (i film sono tutti e tre su Paramount+) e poi la serie (tutto obbligatoriamente in lingua originale).
Che cosa racconta: Siamo alla fine degli anni Sessanta, Al Ruddy (interpretato da Miles Teller) è un analista economico che si è riciclato in tv, e dopo il successo della sua sua sit-com Gli eroi di Hogan è riuscito a diventare produttore per la Paramount Pictures, entrando nelle grazie di Robert Evans (Matthew Goode) e del proprietario Charles Bluhdorn (Burn Gorman). È a lui che tocca il compito di ricavare un film dal romanzo di Mario Puzo (Patrick Gallo), appena diventato caso letterario, ad assisterlo c’è la segretaria Bettye McCart (interpretata da Juno Temple, lei poi diventerà agente di grandi attori). Le difficoltà sono pazzesche: dalla scrittura della sceneggiatura, a cui il regista Coppola (Dan Fogler) sarà costretto ad affiancare Puzo, alla scelta del cast (Evans detestava Pacino, dimesso e piccolo di statura, e pone un veto fino all’ultimo) ai problemi di budget e a quelli della distribuzione. Non bastasse, Ruddy dovrà venire a patti con la vera mafia che non aveva affatto amato il libro e non vuole saperne del film, e in particolare con la famiglia di Joe Colombo (Giovanni Ribisi) che su ordine di Frank Sinatra (il celebre crooner si era riconosciuto in uno dei personaggi del libro) li minaccia e impedisce le riprese a New York. Contemporaneamente la serie indaga la vita personale dei protagonisti: per dedicarsi al film Ruddy rinuncerà alla fidanzata mentre Evans finirà per divorziare dall’attrice Ally McGrow (Meredith Garretson) che aveva lanciato come protagonista di Love story.
Perché guardarla: The offer appartiene a quel genere di show nello show di cui fanno parte serie molto diverse come Chiami il mio agente! o anche Boris, e piacerà sicuramente a tutti gli addetti ai lavori, ma anche a chiunque voglia gettare uno sguardo all’interno del mondo dell’entertainment. È tratto dai ricordi del vero Al Ruddy, che divenne un produttore importante (sono suoi Quella sporca ultima meta e Million dollar baby) e pur essendo fiction è piuttosto aderente a quello che accadde realmente durante la produzione. È interessante per la sua ricostruzione di alcune celebri scene del film: la prima in assoluto ad essere girata, quella in cui Michael Corleone acquista i regali di Natale con la fidanzata (Al Pacino e Diane Keaton sono interpretati da Antony Ippolito e Maya Butler) il ferimento di Don Vito (nei panni di Marlon Brando c’è Justin Chambers), le scene in Sicilia e la tragica morte della moglie di Michael (la Stefanelli è interpretata da Sole Bovelli). E per gli aneddoti: uno per tutti, quando Michael cerca la pistola per uccidere i mandanti dell’agguato a suo padre, pare che Coppola l’avesse fatta nascondere in un posto diverso per fare innervosire sul serio Pacino.
Ovvio che Paramount celebra sé stessa e uno dei suoi più grandi successi, ma lo fa in modo abbastanza critico, non dimenticando, per esempio, i problemi di alcolismo e droga di Evans. E poi c’è una scena che contiene una tra le più belle dichiarazioni d’amore verso il cinema, pronunciata da un personaggio secondario, la direttrice del casting: «facciamo questa vita perché l’abbiamo scelta: siamo tutti scappati di casa per unirci al circo e non possiamo fare altrimenti».
Vale la pena ricordare, infine, che Il Padrino Parte Prima fu un incredibile successo di botteghino (oltre 286 milioni di dollari), che in Italia rimase insuperato fino all’arrivo di Avatar, vinse 3 Oscar e cambiò il mondo della distribuzione.